I dati sono un asset di grande valore nel campo sanitario e le aziende sanitarie spesso si trovano ad affrontare sfide significative nella gestione e nell’utilizzo efficace di queste informazioni. La dipendenza da sistemi informativi proprietari e la frammentazione dei dati compromettono la capacità di ottenere una visione unificata e completa del patrimonio informativo, limitando le opportunità di creare servizi a valore aggiunto per professionisti sanitari, direzioni aziendali e cittadini.
La situazione attuale, tra frammentazione e dipendenza
Come i sistemi informativi, anche i modelli e i formati dei dati sono troppo spesso “proprietari”. Questo “formato chiuso” è caratterizzato dalla difficoltà di interpretare il contenuto e dalla carenza di specifiche tecniche complete, le quali o non sono liberamente accessibili o sono scarsamente documentate.
Nei processi di integrazione e nelle logiche di interoperabilità applicativa, tuttavia, solo un sottoinsieme limitato di dati viene scambiato attraverso specifici messaggi, lasciando la maggior parte dei dati “intrappolati” nei sistemi di origine.
Anche se col tempo si è cercato di ovviare a tali limitazioni, implementando infrastrutture trasversali il cui scopo era incentivare la condivisione del dato, non si è riusciti comunque a evitare una dipendenza molto forte nei confronti dei fornitori e una difficile migrazione in caso di sostituzione del sistema.
Le sfide e le alternative
Per superare queste limitazioni, e in particolare velocizzare il subentro di un fornitore, è cruciale cambiare totalmente paradigma e iniziare a costruire piattaforme di dati aperti che permettano alle aziende sanitarie di gestire in autonomia il proprio patrimonio informativo, valorizzandolo attraverso servizi che ne garantiscano la salvaguardia nel tempo e ne favoriscano una vista integrata.
Uno strumento di modellazione dei dati come OpenEHR permetterebbe di velocizzare l’accesso ai dati da parte di altri fornitori. Openehr è uno standard aperto ed emergente usato nell’informatica sanitaria che ha come finalità la gestione e l’archiviazione dei dati sanitari. Si tratta di uno standard che permette di modellare repository complessi mediante strutture dati complete e predefinite, ideate, organizzate e descritte dalla comunità scientifica e successivamente implementate da ingegneri del software.
OpenEHR: la chiave per una piattaforma dati efficace
OpenEHR si distingue per l’approccio flessibile e potente. Si tratta di un sistema basato su un modello per la creazione degli “archetipi”, cioè modelli di dati semantici che definiscono concetti clinici.
Attraverso l’utilizzo di “template”, è possibile creare definizioni di contenuti combinando uno o più archetipi che sono a loro volta contenuti in banche dati (o knowledge base KB). Le KB contengono gli archetipi e i template pronti all’uso, che possono essere adottati così come sono e adattati alle proprie esigenze. Eventualmente è possibile aggiungerne di nuovi se un determinato dominio non dovesse essere coperto. Attualmente, ci sono circa 880 archetipi attivi e disponibili.
L’uso di un modello dati preconfigurato impone un linguaggio dedicato che permetta di operare e interrogare, esattamente come avviene con i DBMS più diffusi, i dati presenti nel repository. Il linguaggio AQL (Archetype Query Language), opera direttamente sugli archetipi, consente di estrarre informazioni in modo preciso ed avanzato. Questo approccio, inoltre, si differenzia da altri standard che operano direttamente sul modello fisico dei dati.
Adottare OpenEHR significa rendere le aziende sanitarie indipendenti dal vincolo dei fornitori sui dati, consentendo loro di gestire in autonomia il proprio patrimonio informativo. Inoltre, promuove la creazione di un ecosistema dei dati eterogeneo sul quale costruire servizi a valore aggiunto, migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria e sostenendo l’innovazione nel settore.